Renato Zero batte SCF

Renato Zero ha vinto una causa contro la società di gestione dei diritti musicali Scf, ottenendo un risarcimento di 145mila euro. La sentenza, emessa l’8 dicembre dal Tribunale di Milano, stabilisce che Scf aveva trattenuto indebitamente una quota del 19% dai compensi spettanti a Tattica, l’etichetta indipendente di Renato Zero, senza che questa avesse conferito un mandato per l’intermediazione.

Tattica, di cui Zero detiene il 75%, è gestita insieme al fratello Giampiero e all’avvocato Simone Veneziano, che ha seguito la causa. La decisione potrebbe costituire un precedente significativo per altri produttori e artisti indipendenti che hanno escluso il loro repertorio dai sistemi delle “collecting” e non accettano commissioni per intermediazioni non autorizzate.

Qui la notizia lanciata da molti organi di stampa: https://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/renato-zero-vince-causa-contro-major-musica_91469090-202402k.shtml

Tradotto in parole povere, viene da chiedersi che fine fanno le somme incassate dalla SCF e per estensione anche da SIAE, che “impongono” a radio, tv, eccetera, compensi (per la riproduzione delle opere tutelate) tutt’altro che equi, contrariamente a ciò che impone la normativa di settore, una situazione di cui nessun Ente si preoccupa.

Aggiungiamo infine che tali somme sono assolutamente campate in aria, soprattutto considerando la riduzione del numero di apparecchi riceventi in giro (praticamente scomparsi dai centri vendita) e il divieto in vigore dal 2021 di avere la radio FM come app nel proprio telefonino.

C’è il DAB, dice qualcuno. Ma chi, come noi, opera da mezzo secolo nel settore, sa benissimo che il DAB è una tecnologia nata già morta, che si cerca di mantenere in vita attaccata a varie bombole di ossigeno.

Internet esisteva già prima della nascita del DAB, e continuerà a esistere anche quando il DAB precipiterà nel dimenticatoio.

In definitiva, sorcini o meno che siamo, è il caso di dire: “Cara SCF, le chiacchiere stanno a Zero”.